Lo sviluppo urbano

L’abitato di Aversa rivela nella sua struttura urbanistica due differenti fasi di sviluppo:

1) il nucleo normanno di fondazione (XI secolo) a pianta radiocentrica, formato da strade anulari e radiali con al centro la cattedrale di San Paolo, ove con ogni probabilità si trovava il castello di Rainulfo Drengot, di cui non restano tracce;

2) la struttura ortogonale del quartiere Lemitone (XVII secolo) posto a sud est del nucleo primitivo.

Il primo tracciato è ancora oggi riconoscibile nell’anello stradale composto da via S. Domenico, via Sellitto, via Cirillo, via S. Nicola, via S. Marta, successivamente ampliato per comprendere anche i borghi di nuova formazione. Questa seconda cerchia muraria, che si snodava lungo via S. Maria la Neve, via S. Francesco da Paola, via S. Andrea, via Cimarosa, via Golia e via Drengot, continuò a rispettare la struttura radiocentrica dell’originario schema urbanistico, congiungendosi al centro politico e religioso della città, con tracciati stradali radiali.

A quei tempi la città contava sei rioni: S. Croce, S. Girolamo, S. Antonino, S. Andrea, S. Maria a Piazza e S. Nicola, che con il borgo fuori le mura di S. Lorenzo ed altri sette sobborghi, formavano come tanti piccoli universi cittadini. Durante il periodo Angioino, la politica di alleanza alla Chiesa portata avanti dai sovrani francesi, favorì il moltiplicarsi delle strutture conventuali degli ordini mendicanti, sancendo l’inizio di quella massiccia diffusione di strutture sacre che diverrà una delle principali peculiarità di Aversa. Agli Angioini si deve un ulteriore ampliamento delle mura cittadine (1382) e l’apertura (1303) di una nuova importantissima arteria, la Via Nuova (le attuali via Saporito – via Roma), che, favorendo lo sviluppo verso sud, conferirà un nuovo aspetto alla città, avviando la dissoluzione dello schema radiale medioevale.

Tra il XVI e il XVII secolo la realizzazione del quartiere Lemitone, secondo uno schema quadrilatero con strade che si incrociano ad angolo retto, tagliate da una diagonale (via Orabona), assestò il definitivo colpo di grazia al vecchio impianto urbano. Il Lemitone, il cui perimetro è rappresentato da via Magenta, via Roma, via Belvedere e via Costantinopoli, ripete lo schema dei quartieri spagnoli di Napoli, fatti realizzare oltre mezzo secolo prima dal Vicerè spagnolo don Pedro de Toledo.

Tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, altre consistenti modifiche furono apportate alla struttura della città dall’apertura di nuove arterie stradali e dall’abbattimento di molti edifici conventuali e civili in abbandono. Tra le più significative, la realizzazione di piazza Marconi (1928) e piazza Municipio (1937), che sorgeranno rispettivamente nell’area degli ex-conventi di S. Girolamo e S. Francesco d’Assisi, ed il sistema vie (Mazzini – Diaz – Garibaldi) e piazze (Mazzini – V. Emanuele – Municipio) che collega la Stazione ferroviaria con piazza Municipio.

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