L’ Annunziata

L’immagine di Porta Napoli, celeberrimo logo illustrativo, è un pò il simbolo della città, nel bene ed anche nel male: gli aversani infatti, nei frequenti scambi di frasi colorite tra un Comune e l’altro di terra di Lavoro, sono tradizionalmente accusati di essere degli opportunisti, di avere una doppia faccia.
L’origine di esso, pare sia da ricercarsi proprio nei due quadranti (facce) del grande orologio posto sul possente Arco dell’Annunziata (1777).
Quest’ultimo servì a collegare la Real Casa Santa dell’Annunziata (istituto di beneficenza sorto agli inizi del 1300 per assistere gli infermi e gli orfani e preparare le giovani al matrimonio) con la nuova torre campanaria realizzata nel 1712 in sostituzione di quell’antica, quattrocentesca, che affiancava lateralmente il portale d’ingresso della Real Casa ed era ormai estremamente fatiscente.
Porta Napoli segnò il rinnovato limite meridionale della città, conseguente alla nascita del quartiere Lemitone, promosso dalla stessa pia Istituzione.

Non si conosce l’epoca della fondazione del complesso, l’esistenza della chiesa della SS. Annunziata è però, attestata già nel 1320, in un documento della SS. Annunziata di Sulmona.
Il 23 novembre 1423 la Regina Giovanna II donò alla Casa Santa i beni appartenenti all’ospedale di S. Eligio, con diritto di patronato regio.
La regolare esistenza dell’istituto è documentata dalla serie di Governatori, eletti fin dal 1410 per amministrare la Real Casa Santa, il cui compito era quello di nutrire gli orfani, curare gli infermi ed educare le giovani al maritaggio.
La struttura si articola in più corpi edilizi, eretti in diverse epoche e destinati a specifici utilizzi.

L’ingresso principale è decorato con un arco a tutto sesto, risalente al 1518 e di incerta attribuzione, commissionata, probabilmente dalla famiglia Mormile, come si evince dall’iscrizione posta sulla trabeazione.
L’arco è delimitato da due lesene binate poggianti su alti basamenti in piperno, che incorniciano due bassorilievi raffiguranti, sulla destra la Resurrezione e sulla sinistra la Creazione del mondo.
Tutta la struttura dell’arco, in marmo, è arricchita da rilievi raffiguranti personaggi e scene allegoriche di incerta interpretazione riconducibile probabilmente a Rainulfo Drengot, fondatore della contea normanna.
Le lesioni visibili sulle lastre marmoree sono riconducibili al disastroso crollo del campanile del 1667.

Lateralmente all’edificio della Real Casa si erge l’imponente campanile, edificato nel 1477 e crollato rovinosamente, come s’è detto, nel 1667 a causa di una “leggendaria” saetta, ricordata nei documenti dell’epoca. Nel 1712 sotto la direzione di Giuseppe Locchese iniziò la ricostruzione dell’attuale campanile, a pianta quadrangolare, con massiccio basamento in piperno bugnato e due ordini superiori con lesene doriche e ioniche. Nel 1776 Giacomo Gentile completò la struttutra con la costruzione dell’arco sormontato dall’orologio, realizzati con lo stesso materiale e stile della torre campanaria, che venne così, collegata all’ingresso dell’Annunziata. Il campanile con l’arco e l’orologio, noto come Porta Napoli, è il monumento con cui si identifica solitamente la città di Aversa (foto a lato).

Oltrepassato il cinquecentesco arco marmoreo si può osservare sul lato destro dell’androne lo scalone del XVII secolo che porta al piano superiore dell’antico ospedale.
Oltrepassato l’atrio, si giunge in un primo cortile, alla cui sinistra si sviluppa una doppia rampa di scale, ornata da bassorilievi marmorei del XVI-XVII secolo, che culmina in un balconcino semi-ellittico, attraverso il quale si accedeva all’antica Cancelleria.
Sul lato destro si apre l’ingresso ottocentesco al chiostro sul quale si affaccia la cosiddetta Sala delle colonne.

In fondo al cortile vi è la chiesa della SS. Annunziata preceduta da un ampio pronao costituito da 4 colonne di marmo cipollino con capitello corinzio provenienti da Atella, facenti già parte del Sedile di S. Luigi, che sorreggono archi a tutto sesto formanti tre campate coperte da volte a crociera riccamente decorate con motivi floreali e puttini in stucco realizzati da Pietro Scarola nel 1698.

La chiesa fu eretta tra il XIV e il XV secolo originariamente priva di cappelle laterali,le quali furono costruite tra il 1612 e il 1621 sotto la direzione di Fra’ Giuseppe Nuvolo.

Nel 1619 lo stesso architetto diede inizio, sul lato destro della navata, alla costruzione della Sacrestia, decorata con stipi lignei.

Nel 1674 una grande volta a botte sostituì l’originaria soffittatura in legno; mentre nel 1681 si cominciò la decorazione marmorea dell’interno, con la realizzazione del pavimento e dell’Altare Maggiore, in origine decorato da putti marmorei di Lorenzo Vaccaro. Agli inizi del XVIII secolo risale la costruzione della cupola, crollata nel 1823 e ricostruita in forma ridotta.

L’interno a croce latina, è ad unica navata vasta e maestosa, di forme classiche. Sulla controfacciata, ai lati dell’ingresso sono posti i sepocri marmorei di Aloise Zurlo, del 1546 (a sinistra) e di Giovanni di Martuccio del 1615 (a destra).
Sui primi pilastri vi sono due acquasantiere in marmi policromi di Gaetano Sacco del 1710-11.

Le cappelle sono ornate da dipinti del XVII-XVIII secolo tra cui si annoverano la tavola della Madonna delle Grazie e quella di S. Giovanni Evangelista entrambe di Angelillo Arcuccio (I cappella destra).

Nella VI cappella sinistra si trova un pregievole Crocifisso ligneo del XVI secolo.

Tra la navata ed il transetto sono posti due grandiosi e ricchi organi in legno dorato del 1687-88. Sulla parete del transetto destro è collocata la Deposizione di Cristo una tavola di Marco Pino da Siena del 1571; mentre su quella di sinistra si trovano l’Adorazione dei Pastori di Francesco Solimena del 1688 e la Strage degli Innocenti grande tela di Giuseppe Simonelli del XVIII secolo.

Al di sopra dell’altare maggiore si può ammirare la tavola dell’Annunciazione del XV secolo, attribuita a Ferrante Maglione.

Attualmente il complesso ospita la Facoltà di Ingegneria della Seconda Università di Napoli (SUN).

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